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N°100 - Federico Quaglini e Padre Pasquale riflettono su Nuccia n. 1
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Grazie, Gesù, per averci regalato Nuccia. Alleluia!

MESSAGGIO: CHE COS'É LA SOFFERENZA? rosa
1994

È la vittoria dell'amore, che a sua volta può diventare, per chi crede nella salvezza di
Cristo e nella vita eterna, un atto di amore per Dio e per tutta l'umanità. Quante volte di
fronte al dolore, alla sofferenza, se particolarmente forte e insistente, chi soffre afferma: “Dio
mi ha castigato. Perché Dio mi ha punito? Il Signore mi ha abbandonato”! Si dimentica forse
una donna del suo bambino, senza commuoversi per il figlio nato dalle sue viscere? Anche se
queste donne si dimenticassero, Io invece non ti dimenticherò mai (Isaia 49,14).
La sofferenza, per me, non è legata a una colpa o a un castigo. Anche Gesù, che pure
era senza colpa, conobbe nella sua passione il tormento della sofferenza e fece suoi i dolori di
tutti gli uomini. Anche oggi continua a soffrire in noi, sue membra. Bisogna prendere
coscienza dei nostri limiti, della nostra povertà, della nostra dipendenza dagli altri, ma non
bisogna chinare la testa, non siamo degli sconfitti, dei deboli, ma siamo discepoli di Cristo.
Se ha permesso che io soffra così, è perché Lui ci vede un bene che io non conosco
in tutta la sua profondità. La mia accettazione e la mia serenità sono legate alla fiducia che
il Padre non mi abbandonerà mai. Grazie alla luce della fede, si può penetrare più a fondo il
mistero del dolore e della malattia, sopportando tutto con maggior fortezza. Cristo ha
valorizzato la sofferenza, impedendo che restasse senza valore. Dipende da noi usarla bene o
sprecarla. La sofferenza ha visitato il mio corpo, è entrata nella mia carne e non mi lascia né il
giorno, né la notte e io continuo a pregare lunghi rosari, snocciolati durante il giorno e la notte,
o preghiere spontanee, ma soprattutto dico: “Signore, sia fatta la tua volontà”.

E non mi sento mai sola.

Molti sono gli amici, che mi vengono a trovare, ma soprattutto, Lui, Gesù (il Cristo),
è con me, soffre con me, è nella mia carne martoriata;

e nel mio spirito travagliato sono certa che si riflette splendida l'immagine di Dio Padre.
E la forza d'animo, la perseveranza, la fiducia, conquistata dopo lo
scoraggiamento, l'attingo sempre nella sua Parola. La sofferenza, vissuta in Cristo,
diventa testimonianza di verità: celebro il dolore, con la speranza, anzi con la certezza, della
risurrezione. La Croce è la strada per risorgere ed è dono da invocare insistentemente, una
forza da chiedere,
perché da soli non si può avere. Dal dolore alla resurrezione; e ciò non
toglie le contraddizioni e i momenti di solitudine, di crisi, di difficoltà: è un celebrare nella
propria carne la passione di Cristo che porta alla risurrezione. Un consiglio? Leggere e
approfondire la Parola del Signore, abbandonarsi nelle sue braccia materne e paterne e
cercare così in Gesù, uomo dei dolori, la guida, l'aiuto, il conforto, il coraggio. Per voi tutti
che soffrite, per noi che soffriamo e per chi è nella prova e nella sofferenza per amore suo:
ancora un poco e poi saremo nella gioia. Viva Gesù. Lode e gloria al suo Nome.
Amiamo, quindi, la vita; amiamo il Signore; amiamo l'Amore.
Vi ricorderò tutti; vi porterò ogni giorno, ogni notte, al Signore; vi porterò nel suo cuore.

Nuccia